Lo Slow Love dei Millennials e la Trascendenza Etica di Confucio

In un anno ho macinato più di 50 mila km, quando sono in macchina ascolto spesso la radio.

Salvo quando clicco il muto perché il mio bisogno di Silenzio è urgente e pulsante.

Salvo quando lo sdrucciolio delle gomme sull’asfalto bagnato, si accorda con il ritmo della pioggia e produce una melodia nuova, singolare che mi piace ascoltare.

Una sera di pioggia, stavo ascoltando la radio; un breve intervento poco impegnato.

La conduttrice raccontava i dati di una ricerca relativa alla fatidica generazione dei Millennials: tutti coloro che sono nati tra la metà degli anni ’80 fino alla metà degli anni ’90 del 1900.

Questo termine è stato poi traslato sui nascituri post 2000, ma in origine si riferisce alla generazione precedente.

Dunque sono una Millennial anche io, non ci credo! Non ci volevo credere e neanche mi interessa, in fondo, ma tant’è…

Comunque, la tipa della radio raccontava che dai dati raccolti di questa ricerca è emerso che i Millennials intrattengono meno rapporti sessuali e intavolano meno relazioni intime, sentimentali o significative rispetto alla generazione precedente (o forse anche alla successiva?).

Detta così, pare che questi Millennials non si godano per nulla la vita, anzi sembrano anche un po’ depressucci…che ci sta!

Ma dopo qualche secondo, la conduttrice radiofonica regala un neologismo al suo pubblico d’orecchie: lo Slow Love.

E pare che i Millennials in questione lo pratichino, a iosa! Sarebbe dunque per questo che intrattengono meno rapporti, in tutti i sensi, perché, in sostanza ci vanno piano, impegnandosi in legami qualitativamente più appaganti.

Passano ancora alcuni secondi e la voce alla radio, questa volta si fa perplessa: non condivide a fondo le conclusioni scientifiche di questo studio.

Esprime una tiepida opinione personale dicendo: “a me non mi sembra proprio così…ma mi sbaglierò..” e poi cambia discorso lanciando una hit del momento.

Se avessi avuto davanti la tipa della radio, l’avrei rassicurata dicendole che concordo con lei. Neanche a me mi sembra che sia proprio così, ma il termine Slow Love mi piace e, nella mia testa, preferisco considerarlo un valore piuttosto che la risultante di un’indagine “sociologica”!

La gente scappa, altro che cara conduttrice! Scappa dall’amore soprattutto da quello slow, se è fast ci può anche stare ma lì, l’amore, forse, è più un surrogato di se stesso.

Se la dà a gambe levate, anche io ho emulato Mennea, più di una volta!

Ma è carino anche pensare che una timida inversione di rotta si sta facendo strada tra i Millennials, miei coetanei, miei fratelli di generazione Y, dai crediamoci su!

Un’ipotesi: la Reciprocità

E mentre svolto verso la stretta strada in salita che mi porta a casa, con la carrozzeria – umida – che rinfrange la luce dei lampioni, mi viene in mente Confucio, il Maestro.

Non so perché il mio cervello compie questa associazione… ma sta di fatto che il filosofo cinese del V secolo a.c. ha affermato un sacco di cose sagge che potrebbero tornare utili anche ai Millennials di fine secolo.

Anzitutto, egli conia il principio di Reciprocità tanto semplice quanto difficile da rispettare nella sua complessità: ciò che non desideri per te, non imporlo agli altri.

Eh si ma qui, caro Confucio dalla Cina ancora incontaminata, l’altro è sempre il bersaglio, l’amabile specchio verso cui puntare il dito della colpa. E poi l’altro dovrebbe sempre essere in qualche modo chessò: stiloso, affascinante, ricco di charme oltre che di contenuti.

L’antico filosofo continua però a rimanere convinto che se con coscienza si applica questo principio (ripreso nei secoli avanti), le situazioni, le relazioni si trasformano, forse perché nell’altro vediamo, finalmente, un viso famigliare: il nostro.

Eppoi Confucio elabora anche la teoria della Trascendenza Etica. Un lessico che mi affascina perché sa, perdonate l’ironia, di scatole cinesi! Di cose che celano altre cose, più profonde, più alte, sa di quella sensazione di nuvola, di stare nel cielo affianco a Qualcuno o Qualcosa di grande.

Etimologicamente, trascendere porta con sé un’immagine fantastica: un sorpasso in salita, qualcosa che spinge in su, sempre più in alto. Una soddisfazione intrisa di sudore insomma. E cosa superiamo? l’etica che dal greco antico assume anche l’accezione, più minima, più umana di carattere: l’abito attraverso cui ci presentiamo al mondo, all’altro, nella scacchiera relazionale.

E quindi, secondo la Trascendenza Etica confuciana, ogni uomo è a sé, esistono delle differenze tra uomo e uomo, impossibile da negare… del resto ognuno è un cosmo dal carattere suo.    

 E soprattutto, a distinguersi è l’essere che compie un lavoro, un travaglio (anche qui, un’altra fatica!) dentro di sé e così facendo, si evolve.

Lo Slow Love per me è questo.

È Engaged Love: l’impegno verso se stessi e dunque verso l’altro.

Lo Slow Love è anche l’Hard Love, in cui non c’è nulla di pornografico piuttosto il difficile scrutinio di sé, che ha a che fare con il tempo, con lo sguardo, con la voglia e la propensione.

Lo Slow Love è anche un Awake Love pronto per quei Millennials che decidono di vivere le relazioni si, ma da svegli, con gli occhi aperti, di vedere tutto, ma proprio tutto smettendo di credere per verificare ossia per contattare quel nucleo di Vero che c’è, sempre, oltre le cose che sembrano!

Buon Anno!

Sveva



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